Fine di un viaggio aereo


Distruzione di un affresco di Giambattista Tiepolo

a Venezia durante la guerra


Il contratto per la realizzazione dell’affresco viene firmato il 13.9.17431, prima di terminare gli affreschi alla Scuola del Carmine. Per i lavori viene fissato un periodo di due anni. Il Tiepolo è responsabile dell´intera realizzazione, inclusi gli “ornamenti, e s´occorarà d´architettura”. Gli viene concesso di richiedere la collaborazione del quadraturista Gerolamo Mengozzi, detto “Colonna”, per gli ornamenti legati all´architettura. L´edificio da ornare risale alla metà del 17° secolo e fu progettato da Baldassare Longhena, creatore di Santa Maria della Salute. La facciata venne eretta nel 1672 da Giuseppe Sardi. Il 13 settembre 1743 Tiepolo registra un primo pagamento per il suo lavoro da parte dei Carmelitani Scalzi: “13 sett.p.p. ha stabilito l´accordo con i Rev. Padri Carmelitani“2. Quietanza di un altro pagamento nell´aprile 1745. L´ultimo pagamento lo riceve il 23 novembre stesso anno: „Ricevo io sottoscritto 400 ducati quattrocento corrent, quali sono ultimo residuo, e tolti dalli ducati tre mila per la pittura fatta da me nel soffitto della Chiesa.“

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La facciata di marmo bianco di Giuseppe Sardi emana un’atmosfera solenne. L´idea Palladiana di un edificio stabile e autonomo e di un immenso sfondo che si erga verso il cielo, come le porte delle città e gli antichi archi di trionfo, viene qui riproposta in maniera nuova. La piazza sul Canal Grande viene creata con cornici sporgenti, pilastri aggettanti ed ampi basamenti. Le zone d´ombra delle nicchie per le statue e dell´arco a tutto sesto sopra l´entrata vengono animate dallo scintillare dell´acqua. Al Tiepolo è indicata tale sontuosa apertura. L’artista deve collocare la Madonna al centro, e limitare le sue prime bozze del trasporto della Casa Sacra sulla parte centrale. Deve, inoltre, creare un legame tra la zona dell´entrata e l´Altare Maggiore di Viviani e Pozzo, che si erge verso il cielo. Le complicate connessioni tra la volta e i muri portanti offrono felici possibilità. Alla fine del grande progetto si rivela la potenza indomita dell´invenzione figurata. Uno spazio, concepito per dare un´impressione d´infinità nella verticale, viene esteso nell´orizzontale con le quattro amene nicchie.


Per quanto riguarda le parti dell´affresco, realizzato dalla complicata compenetrazione di due semicilindri, bisogna mettere in relazione l´illusione tridimensionale con un'abile scomposizione delle forme e dissoluzione delle superfici. Mengozzi deve ornare i bizzarri spigoli che risultano dalla collisione degli stereometrici corpi con un´elaborata pittura di prospettiva. In questi fondi incorniciati, sorprendentemente tridimensionali, Tiepolo ha la possibilità di sviluppare un programma iconografico. Un programma che riprende nella Chiesa motivi già presenti come per esempio la Profezia delle Sibille, calma il vortice dei colori delle diverse specie di marmo nella grisaglia ( fran.: la grisaille ), soprelevato da Personaggi dell’Antico Testamento. Il solenne e fosco colore di fondo nel sistema di quadraturismo del Colonna viene soltanto abbandonato negli angoli della navata. Qui il maestro dà libero sfogo alla creatività. Gli oranti uniscono profonda devozione con un'appassionante freschezza pittorica. Costruendo intuitivamente è immaginata su un fondo disuguale e imprevedibile la prospettiva di logge abbassate e parapetti aggettanti e arcuati e balena la passione per la pittura dei primi Capricci.


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L´importanza della venerazione della Madonna a Venezia si riscontra nella Chiesa Francescana „Santa Maria Gloriosa dei Frari“, il più importante edificio sacro del tardo gotico veneziano. La Madonna è il punto centrale di riferimento. La distanza dal manto della Regina dei cieli simbolizza la posizione nella società, dei Condottieri, dei Dogi e degli Ecclesiatici che riposano nelle cripte della Chiesa. L´intercessione al Giudizio Universale, è ricevuta probabilmente dalle spoglie mortali di coloro che si offrono all´Intercessione Mariana a poca distanza e con ottima presentazione davanti al Tribunale Divino. Il trasporto della Sacra Casa, l´ascensione di un immobile, offre molti vantaggi: i pellegrinaggi possono d´ora in poi svolgersi in Europa e le offerte rimangono nel Paese. Ai pellegrini é risparmiato il pericoloso viaggio nella Terra Promessa. I miscredenti non possono più minacciare il Luogo Santo. La geografia della storia della salvezza si orienta ora più sul centro romano.

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Il trasporto della Casa di Nazareth a Loretto, vorbereitende Studie, Accademia, Leinwand 124 x 85 cm

Holy House of Loretto, British Rail Pension Fund, on loan to the National Gallery, London, 123 x 77 cm, jetzt Malibu, The J. Paul Ghetty Museum

Die Überführung des Heiligen Hauses von Nazareth nach Loretto, 75 x 40,5 cm Barockmuseum Salzburg



La bozza di Salisburgo per la Chiesa degli Scalzi assomiglia più di tutte alla realizzazione definitiva. Per la prima volta il disco lunare è in cielo dietro la Sacra Casa, sulla quale sta seduta la Madonna. Il pignone si trova allo stesso punto.Mancano le Alabarde marginali. Le distanze tra i singoli raggruppamenti sono conformi, e si scorge il cielo celeste.Le nicchie dei due altari laterali ed il lungo soffitto sono stati presi in considerazione. In tale inquadratura speculare si è rinunciato a qualsiasi simmetria. Le membra penzolanti delle figure, il portamento e le vesti degli angeli che suonano le trombe, corrispondono alla realizzazione definitiva. Soltanto la luce solare, nell'´arco superiore dell’affresco, ha perso il suo ruolo dominante. L´angelo, con le ali spiegate davanti a Dio Padre, con la corona in mano sollevata in alto per l´incoronazione di Maria, assomiglia molto di più alla versione definitiva nella bozza del Ghetty-Museum. Accanto a sinistra, il bozzetto dell'´Accademia prevede un altro raggruppamento di figure. Vengono sperimentati numerosi dettagli che poi nelle opere più tarde sono stati abbandonati.


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Il messo celeste con un ramo di palma nella mano, accanto alla colomba dello Spirito Santo, manca nella versione di Malibù come pure il Satana fuggente. Una linea centrale verticale collega la mano destra di Dio padre, la mano sinistra di Maria e la mano di un angelo che sorregge le fondamenta della Casa che si trova sopra la linea centrale orizzontale. La linea d’asse della volta e quella trasversale delle due cappelle laterali è considerata un mezzo per la strutturazione.




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Al margine destro dell’affresco precedono i trombonisti. Il pesante trasporto si alza in aria con evidente fatica. San Giuseppe trova un appoggio sul piano inclinato del tetto e alza uno sguardo d´ammirazione verso la sua sposa. Indica la possibilità che nella parte sinistra inferiore dell'´ovale si mostri, provocata dal diavolo stesso, una minaccia armata al Luogo Santo che richiede il salvataggio della „Sacra Casa“? Si possono distinguere turbanti che rappresentano una minaccia del Luogo Santo da parte dei miscredenti?


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Nelle precedenti bozze si vedono delle nuvole, illuminate dall'´aureo sole, che impediscono la visuale della vastità dell'´etere. Dallo sfondo dorato splende una luce scintillante, che permette lo scambio di sguardi e cenni della mano da parte delle figure divine lì presenti. Dio Padre e Figlio si riposano in maniera talmente tranquilla nell'´Accademia che ci si pone la domanda se parteciperanno a questo lungo viaggio. Il trasporto d´un intero edificio, dalla Terra Santa verso l´Italia, comincia nel crepuscolo come un comune viaggio aereo. La compagnia aerea formata dagli angeli si affatica tirando e spingendo. Le gambe degli angeli si piegano sotto la fatica, le braccia si alzano per sollevare l´edificio verso l’alto, sul quale la Madonna lievemente si appoggia. Dietro fluttua leggero suonando il gruppo di creature divine.



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L´assembramento di figure che precipitano nell'´abisso alle spalle, ancora non è previsto nel quadro dell'´Accademia, nella realizzazione americana però è escogitato e dipinto in modo evidente, e nel giardino delle meraviglie, è contornato con ornamenti di nuvole su misura. Nella prima bozza l’edificio veleggiante sembra muoversi a fatica nella parte inferiore dell´affresco. Il centro dell´ellisse è incorniciato dalla Madonna come protagonista e da un gruppo di angeli che stano suonando. Nelle successive realizzazioni, tale graziosa idea di composizione è vittima della strettoia tra le due opere sporgenti.


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Sembra che la spinta dell´edificio in prospettiva ridotta che sta salendo al cielo spazzi via Satana dall´affresco. Nelle versioni successive il trasporto aereo deve percorrere nell’ orizzontale tragitti evidentemente più lunghi. In un particolare incorniciato, il tetto della Chiesa è aperto. Le costruzioni grafiche orientate verso l´alto mettono l´osservatore stesso in un moto vertiginoso, in modo che la Chiesa sembra seguire la potente linea divina quasi come un´immensa „camera oscura“. Ci si può immaginare un „viaggio spaziale“ sullo sfondo della luna? Vi si svolge un trasporto cosmico visto dallo spazio con lo sguardo diretto verso il globo terrestre?


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L´arciduca si chiama Eugenio Ferdinando Pio Bernardo Felice Maria; è Principe Imperiale, Principe Reale d´Ungheria, Boemia etc., Gran Maestro e Gran Maestro dell´Ordine Teutonico Imperial-Regio. Suo padre è l´Arciduca Carlo Ferdinando. Sua madre Elisabetta porta il titolo di Arciduchessa d´Austria-Estonia-Modena.3 Arciduca Eugenio recita fino a tarda età i testi italiani di opere di Mozart. Per quanto riguarda le decisioni militari ritiene necessario prendere „nel caso dubbio la più audace“. Dopo l´entrata in guerra da parte dell´Italia, installa il suo quartiere generale a Marburgo; più volte l´imperatore lo elogia per iscritto.4 L´arciduca svolge il suo servizio nella cavalleria. Nella sua funzione di Comandante Territoriale del Vorarlberg e Tirolo trasferisce il suo seguito da Vienna ad Innsbruck, organizza un viaggio mediante un corteo straordinario per trasferire cavalli, carrozze ed equipaggiamenti. Si entusiasma per la marina, e sbalordiscono le sue conoscenze dei dettagli tecnici delle navi a vapore. Nel 1915 dopo le dimissioni del generale Potiorek, riceve il comando del fronte austro-ungarico sui Balcani e diventa nello stesso anno comandante supremo contro l´Italia.5 Sul fronte sudovest agisce, secondo quel che si dice, con moderatezza e poca aggressività. Si dice che le sue truppe erano inferiori di numero al nemico. I suoi vasti programmi sono ostacolati dall’impegno di una guerra su più fronti.


La Triplice Alleanza tra Italia, Austria e Germania, motivata da Bismark, fallisce all´inizio della Prima Guerra Mondiale, quando sfere d´influenza italiana sui Balcani vengono toccate dalla strategia austriaca di guerra. Mussolini e d´Annunzio si presentano già come sobillatori davanti ai piùttosto cauti comandanti italiani dell´esercito. Nel porto di Trieste resta la flotta austriaca. Non può passare lo stretto di Brindisi, essa è condannata all’inattività, e deve essere assicurata e protetta in maniera dispendiosa. Immensi incrociatori corazzati si nascondono dietro un labirinto di sbarramenti alla rada. All’inizio l’Austria con i suoi Lohner-biplani ha la sovranità aerea sull’Adriatico. L’Italia è armata con Zeppelin che si estinguono con esplosioni immense o si sprofondano nel livello del mare per essere trovati dal nemico.


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Il Barone Giuseppe Parisi possiede una ditta commerciale ed un'impresa di spedizioni di lunga tradizione a Trieste. Il titolo nobiliare gli è stato conferito dodici anni prima. L’azienda borghese a conduzione familiare esiste dal 1807. Il padrone ha paura per i suoi magazzini pieni di merce a Venezia. Con una dettagliata mappa delle merci, suo figlio Francesco informa il Comando Supremo d’Armata a Vienna e chiede indulgenza. “Una grande quantità di cotone e lana di pecora “ del valore minimo di 15 milioni di corone, si trova a Santa Chiara ed a Sacca Fisola. È ovvio che viene a conoscenza dai giornali delle notizie, secondo le quali il Santuario di Loreto vicino ad Ancona è stato distrutto durante attacchi aerei austriaci.


La politica ha lasciato il campo alle necessità militari. Con una nota scritta a mano il Nunzio Apostolico, ritiene gli attacchi aerei responsabili della distruzione casuale sia di beni pacifici che di importanti postazioni militari, di città e di basi militari nonché l’uccisione di civili e di soldati senza distinzione, ciò incontra stupore nel Ministero degli Esteri. Alla richiesta di risparmiare la distruzione dei monumenti artistici italiani viene risposto con derisione: una rispettosa condotta di guerra contro un paese cosparso di monumenti, sarebbe stata esclusa fin dal principio. Il 4 luglio il Comando Supremo d’Armata afferma con tono asciutto che garanzie di sicurezza per monumenti della chiesa potrebbero essere dati soltanto “se nelle loro vicinanze non venissero utilizzati dai militari italiani o se non avessero luogo nelle vicinanze operazioni rientranti nella categoria di operazioni belliche.”


Il 22 giugno 1915, la base d’operazione del Ministero della Difesa a Vienna, trova il tempo di accertare al Ministero del Commercio se è colpa della ditta “che proprietà austriache e tedesche si trovino in una situazione pericolosa”. Il 22 luglio il Capo della Polizia di Trieste, riferisce che la famiglia ha rapporti d’affari “con un gran numero di noti signori del paese confinante”. Viene anche verificato che Giuseppe Parisi ed i suoi figli hanno una posizione corretta. Essi mantengono filiali a Vienna, Praga, Eger, Fiume, Ala, Monaco di Baviera, Amburgo, Dresda, Venezia, Genova, Milano, Monza, Busto Arsizio ed Udine.


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Nel “ Fliegerakt”, un documento militare del 1915, vi é la planimetria dettagliata di una stazione di trasformazione d’energia elettrica che si trova ad est del punto dove il ponte dalla terraferma termina nella città di Venezia. La semplice distruzione della centrale elettrica potrebbe mettere al buio la città lagunare per un po’ di tempo; potrebbe rendere più difficile il programma degli armamenti nell’arsenale, potrebbe paralizzare la rete telefonica, ma potrebbe anche mettere fuori uso funzioni d’importanza vitale negli ospedali. Il colpo di vitale portata che decide tutto, e che alla resa dei conti porta la pace, è preso a pretesto, anche se si tratta della prova di una risolutezza esasperata e spietata. Una parte dell'identità, la quintessenza della fierezza comune, un gioiello particolarmente stimato può essere distrutto, anche se, nel centro delle pianificazioni militari esattissime, esiste una sala di distribuzione elettrica.
Esiste ancora l’ideologia di un attacco aereo che non guasta, che grazie all'importanza dello scopo per la guerra è giustificato e che evita dei danni ulteriori. Con la distruzione di Coventry e bombardamenti contro le città anseatiche del mar Baltico sono ammesse riflessioni concernenti la storia dell’Arte nelle pianificazioni nell’andamento ulteriore della storia della guerra aerea.

Il colonnello Arciduca Eugen, il Comandante Supremo alla fronte sudovest ha l’intenzione di bombardare due centrali idroelettriche e la centrale elettrica a Venezia “con un’incursione aerea di notte”. Il 7 ottobre esso afferma: “Sarebbe di grande importanza se, ò allo stesso tempo o poco prima o poco dopo fosse distrutto anche l’impianto elettrico a Venezia con gli aerei.”

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Deve succedere in una delle prossime notti illuminate dalla luna. Il disegno ciclostilato, nello stesso fascicolo descrive le rotte delle navi austriache che partono da Trieste e la rotta degli aerei da bombardamento che partono dal porto militare centrale di Pola in Istria. L’Armata Imperialregio è pronta ad andare a caccia di aeronavi in avaria nell’Adriatico. Esistono provvedimenti per quanto riguarda contraccolpi italiani. Le navi Novara e Spaun di sua Maestà sono pronte. Viene impiegata la tecnologia più nuova. Due sommergibili navigano all’ingresso della laguna del Lido a Malamocco. Il comando della flottiglia Kreuzer manda cinque torpedinieri verso occidente. La comunicazione con gli aerei deve avvenire grazie a proiettili traccianti.


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I piani d’operazione dei piloti per il grande attacco sono stati ciclostilati con matrice blu. Gli idrovolanti sensibili a guasti e decimati per incidenti bizzarri devono fermarsi. Un carico enorme di settecento chilogrammi di esplosivo e quasi quaranta bombe incendiarie si avvicina, con nove aerei, alla città addormentata. La difesa contraerea italiana è debole. Dopo un segnale luminoso che segnala l’avvicinamento di aerei nemici tutti i pezzi d’artiglieria fanno fuoco, si sparano salve di fucileria dai giardini sui tetti. I piloti austriaci si vantano di non temere l’avvicinamento a basse altezze, rispetto ai loro vigliacchi nemici , per colpire con precisione il bersaglio.


L’avvicinamento nella notte di luna piena del 24 ottobre 1915 ci si orienta con gli specchi d'acqua della laguna, seguendo un canale che corre ad ovest e poi verso l'isola di San Giorgio e seguendo l’S rovesciato del Canal Grande. L’osservatore e tiratore siede dietro il pilota. Come alla caccia alle anatre deve far partire la pallottola mortale poco prima del bersaglio per fissare intuitivamente la traiettoria orizzontale della bomba. L’effetto della carica esplosiva è noto. 50 chilogrammi di questo esplosivo provocano in aperta campagna un cratere con un diametro fino ad otto metri. A cento metri intorno le case vengono distrutte. Particolarmente pericolose sono le pietre della pavimentazione perché vengono lanciate in maniera incontrollata.5


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L’affresco del Tiepolo è dipinto sulla malta che viene tenuta insieme da stuoie di canne. La bomba in ghisa distrugge una costruzione delicata di quasi 200 anni. L’esplosione avviene alle 22.15 e getta il fondo fragile dell’affresco contro la capriata del tetto, per lasciarlo poi cadere polverizzato sul pavimento della chiesa. Un militare italiano si accorge dei quattro aerei austro-ungheresi e crede ad un attacco alla stazione ferroviaria. L’attacco dura due ore. Anche in piazza San Marco cade un proiettile inesploso. 6


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Die Prophezeiung des Propheten Nathan, Freskenfragment 2 x 4m


Il giorno successivo i veneziani si recano sul luogo della rovina. Tutti sconcertati stanno davanti al monumento distrutto che deve ricordare il trasporto della Casa della Sacra Famiglia da Nazaret a Loreto. Secondo la leggenda, gli angeli hanno trasportato il monumento dalla Terra Santa in Italia per Via aerea. Adesso c' é un monumento scoperchiato e senza il suo ornamento accanto alla stazione ferroviaria rimasta intatta. Fortunatamente nessuno è stato ferito. Il sole splende tra l’impalcatura del tetto e cade, tra le strutture portanti che spiccano nel vuoto, sui frammenti polverosi.


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Moses und Aaron, 1745, Stuttgart, Staatsgalerie, M. 337


La profezia del profeta Natan, la scena di Davide e Michal, Mosè e Aronne hanno perso il loro riferimento al cielo dipinto. La nuda luce del giorno cade tra i travicelli del tetto privi delle loro profezie. Soltanto negli angoli della navata sono rimasti dei spettatori. Una volta guardavano solennemente, come da palchi, nell’ambiente sacro, si affollavano alle balconate filigrane per seguire il rito barocco dei Carmelitani Scalzi. Adesso c’è un ammasso di macerie davanti ai loro occhi.


La distruzione del grande affresco è uno choc. Una Nazione che ha il suo orgoglio nei fatti insigni dei loro antenati, è profondamente sconvolta. La vergogna religiosa e culturale per quanto riguarda la perdita irrecuperabile, prevale sull’ira per il misfatto subito. L’eredità fiera non è caduta in pezzi che sono comunque pittoreschi anche quando sono distrutti. È stato veramente polverizzato dalla moderna forza esplosiva. Mattoni cadenti hanno spezzettato quello che non si è frantumato nell’esplosione.


L’eredità d’arte è cancellata, viene distrutto di proposito da una superpotenza tecnicamente superiore. Un punto di riferimento dell’amore per la patria, un capolavoro brillante di fama mondiale è stato sparpagliato con un colpo venuto dal cielo oscuro. Uno Stato che non riesce a proteggere le sue opere d'arte, si sente debole. Discorsi lodevoli della difesa della Patria rimangono senza eco se un gioiello della solidarietà può essere eliminiato improvvisamene dal nemico. Un avversario imprevedibile avanza liberamente nottetempo. Si avventa sul patrimonio artistico in un modo che lascia dubitare della lucidità di mente, e della condotta di una guerra ponderata. Così cresce anche la paura di ulteriori più gravi aggressioni.


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Il Gazzettino, riferisce il giorno successivo con ampiezza di notizie dei tre attacchi aerei sulla città in seguito ai quali è stata distrutta l’opera del Tiepolo e paragona il nemico ad Attila..7 Mussolini si esprime violentemente sul Giornale d’Italia e sull'infamia austriaca. Ci si è preoccupato per l’autorità della Chiesa, ci si aspetta una protesta da parte del Vaticano e si capisce il dolore del Papa. La Francia protesta. Ci si consola che per lo meno l’Apoteosi di Santa Teresa, un'opera del Tiepolo nella capella laterale sinistra, è stata risparmiata. Il Ministro Barzilai ispeziona il danno. Il 21 ottobre il Nunzio Apostolico Monsignore Scapinelli presenta un reclamo al Ministero della Guerra a Vienna. Essi si dichiarano dispiaciuti “che la pittura del Tiepolo sul soffitto abbia subito un danno”. Viene spiegato che “le bombe non cadono sempre lì, dove è previsto”. È necessario capire che non è possibile fissare un “principio assoluto di riguardo per le opere d’arte, perché altrimenti si dovrebbe escludere l’Italia dalla condotta della guerra”.


L’avversario deve considerare che i suoi monumenti preziosi non sono colpiti a causa di trascuratezza. Deve essere preparato al fatto che la distruzione di beni culturali, che sono importanti per la sua stessa immagine, sia accettata. Per dimostrare risolutezza e vincere la resistenza degli sfortunati il valore dei monumenti e del patrimonio artistico è sottovalutato. In segreto sono sopratutto i monumenti degni di essere protetti, che sono adatti come punti di partenza dell’attacco, se quello deve essere abbattuto e distrutto per il quale vale battersi. Le denuncie di morte del fronte sembrano essere più gravi. Adesso è necessario preservare la Patria da ulteriori devastazioni, migliorare il sistema d’allarme, proteggere, mettere al sicuro, puntellare, rivestire il patrimonio artistico. Sono chiamati in aiuto aerei francesi, vengono recuperati biplani austriaci e riutilizzati per il loro impiego. Le grandi aggiunte alte alcuni metri degli affreschi del Tiepolo possono essere salvate. Almeno cinquanta anni dopo i tragici avvenimenti esse sono visitabili per il pubblico presso l'Accademia.


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Albert Ottenbacher Gotthardstr. 68 80689 München Tel./FAX 0049/89/563816

Übersetzung: Sandra Hoffmann, München

Beratung : Giampaolo Martin, Lido di Jesolo

1   Michael Levey, Giambattista Tiepolo, His Life and Art, New Haven 1986, S. 112

2   Antonio Morassi, A Complete Catalogue of the Paintings of G.B.Tiepolo, including Pictures by his Pupils and Followers wrongly attributed to him, London 1962, S. 233

3   Wer ist's ? Unsere Zeitgenossen, Hermann Degener (Hrsg.) 1928

4   Zoe von Schildenstein, Erzherzog Eugen 1863 - 1963, Innsbruck 1963

5Österreichisches Staatsarchiv, Kriegsarchiv, K.u.k. Flottenflugabteilung., Res. Nr. 128, Wirkung der 50 kg Bomben, Kumbor 23.3.1916

6Giovanni Scarabello, Il Martirio di Venezia Durante la Grande Guerra e l' Opera di Difesa della Marina Italiana, Bd. I, Venedig 1933, S. 66 ff.

7Il Gazzettino, 29. Jhg., Nr. 298, Venedig 26.10.1915, S. 1, 2